La morte non è niente,
io sono solo andato nella stanza accanto.
Io sono io.
Voi siete voi.
Ciò che ero per voi lo sono sempre.
Parlatemi come mi avete sempre parlato.
Non usate un tono diverso.
Non abbiate l’aria solenne o triste.
Continuate a ridere di ciò che ci faceva ridere insieme.
Sorridete, pensate a me, pregate per me.
Che il mio nome sia pronunciato in casa come lo è sempre stato.
Senza alcuna enfasi, senza alcuna ombra di tristezza.
La vita ha il significato di sempre.
Il filo non è spezzato.
Perchè dovrei essere fuori dai vostri pensieri ?
Semplicemente perchè sono fuori dalla vostra vita ?
Io non sono lontano, sono solo dall’altro lato del cammino.
Se conoscessi il mistero immenso del Cielo dove ora vivo,
questi orizzonti senza fine,
questa luce che tutto investe e penetra,
non piangeresti se mi ami !
Sono oramai assorbito nell’incanto di Dio nella sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo sono così piccole al confronto !
Mi è rimasto l’amore di te,
una tenerezza dilatata che tu neppure immagini.
Vivo in una gioia purissima.
Nelle angustie del tempo
pensa a questa casa ove un giorno
saremo riuniti oltre la morte,
dissetati alla fonte inestinguibile
della gioia e dell’amore infinito.
Non piangere se veramente mi ami !
Papa Francesco ha affrontato all’udienza generale (17 giugno 2015) il tema del rapporto tra la famiglia e il lutto di una persona cara, il rapporto tra il dolore devastante che annienta chi patisce una scomparsa e la fede che restituisce la speranza che ogni lacrima verrà asciugata.
Ecco commento del Papa al Vangelo di Luca. La vedova di Nain